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Visualizzazione dei post da 2017

Ciò che conta è gratis.

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Conati di riflessione

Sei la sorprendente regola di ogni legge di Murphy nota o sconosciuta, così come Sei la la consueta eccezione di ogni ordinario ciclo vitale, di qualsiasi karmica, meritevole disposizione benevola del destino. Che non dimentichi mai niente, o nessuno, neanche quando non ti riguarda nè per competenze, nè per appartenenza, è la regola pure, con l'eccezione - direi non proprio dovuta - che di quanto sopra ti scordi sistematicamente, seppur ti riguarda in prima persona. Credi fermamente ad una legge universale degli equilibri. Probabilmente tu nei sei la valvola di sfogo, dovresti gioire di cotanto ruolo.

Presbiopia

Devo aver un difetto,  un vizio. Di forma o di sostanza, o di entrambe, con un comportamento del tutto particolare: E' un po' presbite, nel senso che si vede solo standomi un po' a distanza. Chi mi si mette vicino, vicino davvero, non percepisce niente, non si accorge che qualcosa va per storto. Anzi, mi trova così precisa e quasi perfetta... Chi si tiene a distanza sì. Lo vede e per questa prospettiva rafforza la sua decisione di rimanere lontano. Forse se ne compiace pure di essere rimasto lì, sulle sue. Chissà com'è vederlo, quel vizio. chissà com'è. Magari Dovrei rimanermi lontana io pure.

Regali di compleanno

Cose che ho imparato da questo compleanno: - che i compleanni arrivano anche nei momenti no. Fortunatamente passano, e tornano quando è più opportuno. - Passano anche i momenti no. - i desideri a volte vengono esauditi: giorni fa avevo chiesto meno diplomazia. - che esiste chi ti ama come sei, anche quando non riesci ad essere quello che sei, e chi nello stesso frangente si rivela contrariato perché più che altro ama l'idea che ha di te. - che la diplomazia comunque è un tuo talento ed in alcuni casi bisogna mantenerla, filtrare i pensieri per evitare di spendersi inutilmente. - che basta poco per far riemergere la migliore versione di me. - che c'è sempre tempo e modo di festeggiare. - che amo i rapporti profondi e inclusivi, fuggo quelli esclusivi. -che le persone debbono incollarsi dentro per rimanere, non addosso. - che quando non succede, l'importante è averci messo tutto se stessi. -che chi non rimane ti ha fatto un regalo: prima donando un po' di sé, dopo facend

Brutti incontri

A una certa ora girano cose nella mia testa, che sarebbe meglio chiudersi dentro, a chiave.

Che idea

Dovrei segarti le gambe fin sopra il ginocchio, Per abbassarti, Per poterti mangiare comodamente sulla sommità del capoccione, Appoggiando i gomiti sulle tue spalle mentre mastico, fino a conficcarceli dentro. Dovrei farlo, per riequilibrare le cose, Per metterti dove ti meriteresti. Per mettermi dove io merito. Dovrei farlo, ma soffriresti. E io non posso proprio sopportare nemmeno l'idea.

Un fulmine (a ciel sereno manco per niente)

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Sono così i temporali. Prima c'è il vento, che ammucchia le nuvole e le attorciglia come foglie, come i pensieri, che perdono la loro forma originaria e s'ingarbugliano peggio di un tornado. Poi c'è la prima goccia, e nel frattempo che si è sfaldata a terra ci sono lo scroscio e il rombo crescente. E' il momento in cui quel grosso grumo di pensiero trova una via e si scatena all'esterno in modo imprevedibile e ingestibile. E poi quel fulmine. Ti trova sempre troppo impreparata. Sobbalzi che è già finito, e te lo porterai dentro le orecchie per molto, molto tempo. Infine nel momento in cui il rovescio sembra far più paura si spegne, le nuvole si allentano, i pensieri disintrecciano le loro mani e ognuno torna singolo, chiaro, limitato, finito. Come il temporale.

Chiusura ermetica

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Un ossimoro che respira. Un abisso trasparente, un monologo silente di silenzio frastornante. Una sineddoche a passeggio. Che dona tutto per un niente e per un niente si toglie tutto. Un li bro aperto, per lettori un po' dislessici. Un'amante dei geroglifici, dei rebus, e dei cruciverba senza schema.

Cuore-Mente

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Egli si aggira per la stanza come un’anima in pena. Gira e si lamenta, e grida: chè non si è mai sentito così solo, derubato, preso in giro, arrabbiato. Grida verso di lei. Lei che seduta in un angolo, sembra oltrepassarlo con lo sguardo. C’è, ma è come se non ci fosse. Grida verso di lei dicevo, che non capisce cosa si prova. Perché tanto lei mica sa cosa vuol dir provare?! Lui s'annega orgoglioso nel suo mare di lacrime mentre ancora grida: Il dolore, la vendetta, la nostalgia, la tristezza del domani, l’invidia. Lei. Seduta nello stesso punto, lo guarda consumarsi. Lo guarda in silenzio, occhi fissi: glaciale con quelle iridi color del cielo rigato di nuvole plumbee. Sembra completamente insensibile al di lui dolore. In realtà lo aspetta. Sa di dovergli concedere tempo, sa che le grida, le lacrime, la confusione, l’incoerenza nel pensiero sono tappe obbligate. Ad un tratto lui si zittisce e la fissa, come se si fosse accorto solo in quel momento di quella silenziosa presen

Flipper emozionale

Parole e cose, e persone ti  colpiscono solo se e quando sei ricettivo: ma non è un processo di adattamento e di conquista, piuttosto una sferzata improvvisa, uno schiaffo in pieno viso. Capita a tutti di prendere porte in faccia, a te cominciano a dolere quando ormai la botta e il livido dovrebbero essere solo un ricordo. Di cogliere parole che riecheggiano come echi infiniti, che però odi distintamente solo ai titoli di coda. I tuoi sensi perennemente in ritardo. ...Devono renderti davvero strana o ingenua agli occhi degli altri. Stupida e ridicola due volte, ai tuoi stessi.

Cazzotene...?

Perchè scrive sempre così "di merda" lei... Talmente tanto che ogni volta che mi ci imbatto leggo e nel frattempo dico: "già, proprio così, non avrei saputo descrivermi meglio". Poi quando azzecca anche i tempi, il dubbio che mi spii aumenta parecchio. Stavolta non scrivo io, ma leggiamo insieme: "Cazzotene di me?" estratto dal blog: Memorie di una Vagina

Epifania

L'Epifania è la manifestazione di una meraviglia, che a quel punto diventa realtà non più ignorabile. Ci sono persone luminose come Epifanie permanenti. Ma ugualmente, c'è chi non sembra minimamente accecato dal loro bagliore. Anzi, Questi ultimi li vedi scorgere una luce dentro occhi, o cuori che somigliano più ad antri paurosi. Qual è il miracolo allora? E quale il peccato? Son sventurati o benedetti quegli occhi che vedono le stelle nel nero carbone, mentre ignorano il sole? Non lo so davvero. Fuori nevica, e penso solo che una rivelazione è sì una meraviglia, ma che sta negli occhi di chi guarda.

La stazione (26/04/2007)

Quando ero un’allegra e spensierata studentessa universitaria al terzo anno ho avuto la fortuna (o la sfiga, boh?) di condividere l’appartamento con l’amiga Ange, una persona che negli anni è diventata una delle mie più amiche amighissime, nonché la mia preferita compagna di figure!!! Era un lunedì, uno dei soliti in cui s’era ripreso il trenino (o “lettorina”, che dir si voglia)  e si tornava al paesello adottivo per iniziare una nuova ed "entusiasmante" settimana universitaria  Fatto sta che all'arrivo  alla stazione ci prepariamo a scendere (questa della preparazione ve la devo dire: persone che si preparavano a scendere già dalla penultima stazione; prima una manica del cappotto, poi l’altra, dopo qualche secondo la valigia, e poi altri 10 minuti in piedi ammassati sulla porta!!! Il tutto, perché poi arrivati alla stazione si doveva scattare verso il bar per acquistare i biglietti del bus, per poi correre fino alla fermata…insomma era una vera gara). Comunque a