Un pensiero "Stitico"

Non riesce a partorire quel groviglio che le opprime la testa. Un po' come Giove con Minerva.
Lei, che aveva sempre agito di pancia, e le piaceva tanto dichiararlo al prossimo! Bloccata nei pensieri, coi piedi frenati, né avanti né indietro, ma sempre lì, a fare il calco in terra.
"Cos'altro mi tiene legata, così visceralmente attaccata"? Ormai vede cose che dovrebbero farla fuggire il più lontano possibile, a gambe levate e senza più voltarsi.
Ma ancora c'era qualcosa a tenerla in sospeso, a star lì come a vedere che altro deve succedere, qualcosa che ancora, e ancora, non riesce a definire del tutto, spesso per niente, una cosa che non ha mai potuto - a larghi tratti voluto - definire mai.
"Imbrigliare in una situazione standard" . Aveva sentito dire che le parole sono importanti. E' vero - pensava - il verbo "imbrigliare" taglia la testa ad ogni ragionamento. Diventa inutile discutere, impossibile trovare un punto di incontro. La sua testa preferiva "categorizzare", all'aristotelica maniera. O meglio: qui si era sempre trattato di non categorizzare. Nessuno protocollo di riferimento.
Ma forse Aristotele aveva ragione. Non si è - non ci si percepisce come parte del mondo - se non in funzione di un app'artenenza ad una categoria. E una cosa che non è categorizzabile.... non esiste! Solo questo ricordava delle ore di filosofia adesso.
"Non esiste e basta". Solo lei vedeva, nessun altro. E la sensazione era che piano piano quella negazione silenziosa la stava condizionando. Qualcosa stava cambiando, perchè qualcosa stava scomparendo dal suo sguardo interiore.
Le venne in mente anche altro, perfettamente abbinabile a tutto quel parto difficoltoso. una frase di un film leggero visto qualche giorno prima: "Forse l'importante non è dove vai, ma quello che provi mentre stai andando". E se lo ricordava perchè in quel frangente ne aveva sorriso. Un sorriso amaro, certo.... riassumeva precisamente gli ultimi dieci anni della sua vita.
"Ma se non conta dove stiamo andando.... io cosa è che sento?" mah.... Eco. Vuoto.
Ma ebbe un lampo, e decise che ancora una volta stava sbagliando la collocazione in qualche categoria... è che in realtà non era mai stata un'aristotelica estimatrice, solo il sillogismo le veniva facile: "Le donne hanno le tette, Platinette ha indubbiamente le tette, Platinette è una donna", per capirci....
A pensiero compiuto il suo sguardo si fece indescrivibilmente interrogativo, e concluse che forse nell'ora di filosofia doveva stare più attenta e flirtare di meno col ragazzo dietro di lei.
Scansò via i ricordi e si rituffò nel groviglio che non voleva venir fuori. Provò a ripartire con un " i sentimenti muovono emozioni". Anche allora...tutto taceva, fermo immobile "dato il mortal sospiro". Ancora il nulla. Ma era possibile categorizzare il nulla tra i sentimenti? che ne avrebbe detto Aristotele?
C'era qualcosa che non andava.
Era molto arrabbiata per quel vuoto, perchè nel tempo aveva accumulato molte cose , e adesso non le trovava più.
Macchè, aveva sbagliato ancora categoria. Quel groviglio pesante non era nulla, altrochè, e il vuoto che sentiva non era altri che la rabbia stessa.
Era piena , e non riusciva a sgravarsene.

Commenti

Cri ha detto…
Mmmmm..che succede dolcezza?
Sarik ha detto…
nulla, solo scrittura! :)
Anonimo ha detto…
Wow...mi piace leggerti amiga! <3
Ange
max ha detto…
Buona Pasqua!

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