Ogni bambino si diverte tantissimo con le pernacchie. Fin da quando era piccolissima, con Cecilia abbiamo sempre fatto a gara: all'inizio bastava solo accennarle per scatenare grosse risate e per me, per la mia abilità mimica dico, era l'ideale. Poi man mano che cresceva la furbetta ha preso a rispondere e a rilanciare, e lì ho dovuto inventare un escamotage. Come oggi, che mentre le cambiavo il pannolino ha preso a stuzzicarmi inondandomi - letteralmente - di sbruffi e pernacchie. Lo stratagemma che uso affinché le mie siano pernacchie altrettanto potenti è di mettere un dito sull'estremità destra della bocca, come una zeppa: come il segno del silenzio, per capirci, ma spostato. Che risate! Lei almeno, perché a me quando ho visto che aveva cominciato a spernacchiarmi col ditino vicino alla sua bocca, esattamente come me, mi si è annodata la gola e bagnate un po' le guance. Ecco, io credo che l'amore sincero sia quando qualcuno non si limita a riconoscere il t...
È la capacità. Non c'entra il materiale di cui è fatto un recipiente, né la fattura, o la pregevolezza, lo stile, il valore. Né se intorno ci metti le pezze, o un complicato sistema di vasi di raccolta. È la capacità, oltre cui non può ricevere. Dopo di cui è inutile - forse - dare. Straborda, esce, si perde. E non è mica colpa del recipiente.
Non sapremo dare il significato reale alla condizione di solitudine fino a quando non ci ritroveremo sulla sua sommità, lungo una strada a senso unico. Essa è una condizione di beatitudine quando siamo nel pieno delle nostre facoltà, possibilità, capacità. Così vien facile scegliere di stare soli, di non essere il fardello di qualcuno né tanto meno di accollarsene. Sembra sacrosanto essere liberi da legacci e addirittura giusto e altruistico non condizionare il prossimo con le nostre necessità. Ma che succede quando l'unica compagnia che ci rimane è poco più - o poco meno - della metà di noi stessi? Quando le circostanze avverse, le mancanze e le paure peseranno più del nostro essere? Allora sarà ancora una scelta o un'imposizione dall'alto di non si sa cosa? Sarà stato giusto, alla resa dei conti, aver sofferto un poco per fuggire dai segni che i legami necessariamente lasciano per soffrire indicibilmente alla fine, al picco della solitudine, fino a perdere se stessi, i...
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