Egli si aggira per la stanza come un’anima in pena. Gira e si lamenta, e grida: chè non si è mai sentito così solo, derubato, preso in giro, arrabbiato. Grida verso di lei. Lei che seduta in un angolo, sembra oltrepassarlo con lo sguardo. C’è, ma è come se non ci fosse. Grida verso di lei dicevo, che non capisce cosa si prova. Perché tanto lei mica sa cosa vuol dir provare?! Lui s'annega orgoglioso nel suo mare di lacrime mentre ancora grida: Il dolore, la vendetta, la nostalgia, la tristezza del domani, l’invidia. Lei. Seduta nello stesso punto, lo guarda consumarsi. Lo guarda in silenzio, occhi fissi: glaciale con quelle iridi color del cielo rigato di nuvole plumbee. Sembra completamente insensibile al di lui dolore. In realtà lo aspetta. Sa di dovergli concedere tempo, sa che le grida, le lacrime, la confusione, l’incoerenza nel pensiero sono tappe obbligate. Ad un tratto lui si zittisce e la fissa, come se si fosse accorto solo in quel momento di quella silenziosa presen...